Una ballata del suicidio

Gilbert Keith Chesterton
Una ballata del suicidio

Da Poesie

Traduzione di Giulio Mainardi.
Tutti i diritti riservati.

Metro. Tre strofe di otto versi di tredici sillabe e una quartina di versi di tredici sillabe. Rime: ABABBABA e BABA; sono usate le stesse due rime per l’intero testo della poesia.


A BALLAD OF SUICIDE

The gallows in my garden, people say,
Is new and neat and adequately tall;
I tie the noose on in a knowing way
As one that knots his necktie for a ball;
But just as all the neighbours–on the wall–
Are drawing a long breath to shout “Hurray!”
The strangest whim has seized me. . . . After all
I think I will not hang myself to-day.

To-morrow is the time I get my pay–
My uncle’s sword is hanging in the hall–
I see a little cloud all pink and grey–
Perhaps the rector’s mother will not call–
I fancy that I heard from Mr. Gall
That mushrooms could be cooked another way–
I never read the works of Juvenal–
I think I will not hang myself to-day.

The world will have another washing-day;
The decadents decay; the pedants pall;
And H.G. Wells has found that children play,
And Bernard Shaw discovered that they squall,
Rationalists are growing rational–
And through thick woods one finds a stream astray
So secret that the very sky seems small–
I think I will not hang myself to-day.

Envoi

Prince, I can hear the trumpet of Germinal,
The tumbrils toiling up the terrible way;
Even to-day your royal head may fall,
I think I will not hang myself to-day.


UNA BALLATA DEL SUICIDIO

La forca che ho in giardino, sento commentare,
è nuova e ben fatta e d’altezza razionale;
mi stringo il cappio come uno, per ballare,
s’annoda la cravatta ben, da manuale;
ma poi proprio quando (sul mur perimetrale)
il fiato tengono i vicin per esultare,
mi prende un folle ghiribizzo… In finale
penso che oggi non m’andrò ad impiccare.

Domani è il giorno in cui mi devono pagare –
la spada di mio zio è appesa nelle sale –
grigia una nuvoletta e rosa là m’appare –
la madre del pastor per or non dà segnale –
m’ha detto il signor Gall, se non ricordo male,
che i funghi possonsi altrimenti cucinare –
non ho mai letto ciò che ha scritto Giovenale –
penso che oggi non m’andrò ad impiccare.

Il mondo avrà un’altra giornata per lavare;
cadrà il décadent; del pedante più non cale;
e Wells ha scoperto che i bimbi aman giocare,
e Bernard Shaw che frignan anche, bene o male,
il razionalista è oggi un po’ più razionale…
e in fitti boschi un ermo rio si può trovare
sì occulto che par parvo il cielo colossale…
penso che oggi non m’andrò ad impiccare.

Licenza

Prence, la tromba posso udir di germinale1,
sulla dira via le carrette2 odo arrancare;
cadesse anche oggi la testa tua regale,
penso che oggi non m’andrò ad impiccare.


1 – Il settimo mese del calendario rivoluzionario francese, primo della primavera.
2 – Il termine inglese tumbril indica precisamente le carrette usate per il trasporto al patibolo dei condannati durante la rivoluzione francese.