Sulla giusta indignazione

Gilbert Keith Chesterton
Sulla giusta indignazione

Da Poesie

Traduzione di Giulio Mainardi.
Tutti i diritti riservati.

Metro. Strofe di quattro endecasillabi e due novenari. Rime: XaBBBa.


ON RIGHTEOUS INDIGNATION

When Adam went from Paradise
He saw the Sword and ran;
The dreadful shape, the new device,
The pointed end of Paradise,
And saw what Peril is and Price,
And knew he was a man.

When Adam went from Paradise,
He turned him back and cried
For a little flower from Paradise;
There came no flower from Paradise;
The woods were dark in Paradise,
And not a bird replied.

For only comfort or contempt,
For jest or great reward,
Over the walls of Paradise,
The flameless gates of Paradise,
The dumb shut doors of Paradise,
God flung the flaming sword.

It burns the hand that holds it
More than the skull it scores;
It doubles like a snake and stings,
Yet he in whose hand it swings
He is the most masterful of things,
A scorner of the stars.


SULLA GIUSTA INDIGNAZIONE

Quando Adamo partì dal paradiso,
ei vide la spada e fuggì;
la forma spaventosa, il nuovo attrezzo,
del paradiso il pungiglion da sezzo,
e vide cosa son periglio e prezzo,
e d’essere un uomo capì.

Quando Adamo partì dal paradiso
indietro si volse e gridò
per un piccolo fior dal paradiso;
ma non venne alcun fior dal paradiso;
erano scuri i boschi in paradiso,
e non un uccel replicò.

Per unico conforto o per disprezzo,
per scherzo o per gran ricompensa,
oltre il possente mur del paradiso,
la brace dei cancel del paradiso,
le mute chiuse porte al paradiso,
Iddio lanciò fuor l’arma incensa.

Ard’essa più la mano che la impugna
che il teschio cui incide la pelle;
torcesi e punge qual serpe avversaria,
ma colui che la fa girare in aria
è tra le cose la più autoritaria,
un fier sprezzator delle stelle.