L’albero umano

Gilbert Keith Chesterton
L’albero umano

Da Il cavaliere pazzo e altre poesie

Traduzione di Giulio Mainardi.
Tutti i diritti riservati.

Metro. Strofe di tre endecasillabi, un verso di dieci sillabe, due endecasillabi e un verso di dieci sillabe. Rime: AAAbCCb.


THE HUMAN TREE

Many have Earth’s lovers been,
Tried in seas and wars, I ween;
Yet the mightiest have I seen:
Yea, the best saw I.
One that in a field alone
Stood up stiller than a stone
Lest a moth should fly.

Birds had nested in his hair,
On his shoon were mosses rare.
Insect empires flourished there,
Worms in ancient wars;
But his eyes burn like a glass,
Hearing a great sea of grass
Roar towards the stars.

From them to the human tree
Rose a cry continually,
‘Thou art still, our Father, we
Fain would have thee nod.
Make the skies as blood below thee,
Though thou slay us, we shall know thee.
Answer us, O God!

‘Show thine ancient flame and thunder,
Split the stillness once asunder,
Lest we whisper, lest we wonder
Art thou there at all?’
But I saw him there alone,
Standing stiller than a stone
Lest a moth should fall.


L’ALBERO UMANO

Gli amanti della Terra furon tanti,
temprati in mari e guerre devastanti;
però il miglior vid’io di tutti quanti:
sì, il miglior di quella gran vena.
Uno che solo in mezzo alla campagna
stava ritto più immoto che montagna
ché non s’involasse una falena.

Gli uccelli avevan nel suo crin ripari,
sulle scarpe crescevan muschi rari.
Quivi imperi d’insetti eran preclari,
vermi in prische guerre e cittadelle;
ma gli occhi suoi bruciavan come vetro,
udendo d’erba un mare intorno e dietro
ruggire alla volta delle stelle.

Ognor dagli entomi all’albero umano
elevavasi un grido sovrumano:
«Pur, Padre nostro immoto, s’è profano,
d’annuir concedi al nostro urlio.
Fa’ rosso il cielo sotto te supremo,
s’anche ci uccidi, ti conosceremo.
Alle preci rispondi, o Dio!

Mostra l’antico tuon, la fiamma atroce,
l’immobilità orsù frangi veloce,
oppur ci chiederemo a bassa voce:
ci sei davvero, o è finta scena?».
Ma io lo vidi lì nella campagna,
ritto in piedi più fermo che montagna
ché non s’involasse una falena.